Archivio di Stato di Bologna
L’Archivio di Stato di Bologna ha posto negli ultimi anni un’attenzione crescente al proprio patrimonio fotografico, avviando nel 2020 un censimento delle raccolte fotografiche contenute sia nei fondi di enti pubblici che nei fondi di famiglia e di persona conservati dall’Istituto.
Archivio Aldrovandi Marescotti. La raccolta numericamente più consistente, nonché la più significativa per l’importanza e la varietà del materiale, è quella conservata nell’archivio della famiglia Aldrovandi Marescotti. Il fondo fotografico, i cui estremi cronologici vanno approssimativamente dagli anni ’60 dell’Ottocento agli anni ’40 del Novecento, è costituito da circa 1350 positivi e 700 negativi.
Archivio Montanari Bianchini. All’interno del fondo della famiglia Montanari Bianchini, che si compone complessivamente di 480 unità archivistiche per un arco cronologico che va dal XIII al XX secolo, si trovano due buste contenenti materiale fotografico, in cui sono conservati, insieme a partecipazioni, santini e documenti diversi, un centinaio di stampe positive databili dagli anni Sessanta dell’Ottocento agli anni Trenta del Novecento del Novecento.
Si tratta, nella maggior parte dei casi, di ritratti di persone legate alla sfera famigliare o amicale, spesso in formato carte de visite, realizzati nei numerosi studi fotografici attivi a Bologna già dalla seconda metà dell’Ottocento: lo stabilimento fotografico di Angelo Sorgato, in primo luogo, ma anche i fratelli Angiolini, Deroche, Fotografia Casanova, Roberto Peli. Non mancano poi i ritratti eseguiti in studi di altre città italiane, Firenze, Milano, Napoli, Venezia, o ancora all’estero, a Parigi e a Manila.
Da segnalare infine un piccolo nucleo di stampe stereoscopiche con vedute di Parigi.
Archivio Edoardo Berti. Alcune interessanti fotografie sono conservate nel fondo personale del medico Edoardo Berti, che dal 1926 al 1947 prestò servizio in Libia come medico condotto e ufficiale sanitario.
Nell’unica busta che costituisce il suo archivio sono conservati 40 negativi e 38 positivi: istantanee della vita della famiglia Berti in Libia e immagini della colonia, realizzate fra il 1937 e il 1947.
Ispettorato del lavoro. Al di fuori degli archivi di famiglia è da segnalare la raccolta fotografica presente nel fondo dell’Ispettorato del lavoro che si compone della documentazione prodotta dalla Delegazione interprovinciale per le fabbricazioni di guerra (1924-1944) nello svolgimento delle sue funzioni istituzionali. La Delegazione interprovinciale, che aveva sede a Bologna, aveva compiti di sorveglianza disciplinare sul lavoro e sul personale delle industrie delle province dell’Emilia-Romagna, del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, del Trentino-Alto Adige, dell’Istria e della Dalmazia.
Il nucleo fotografico contiene documentazione compresa in un arco cronologico che va indicativamente dal 1925 al 1943 ed è relativa a stabilimenti, attività produttive, corsi ed eventi di numerose aziende, tra cui si segnalano in particolare quelle del territorio bolognese: la Società costruzioni e fondazioni cantiere Porto Reno, l’officina meccanica Foscherari, coinvolta in un bombardamento nel luglio del 1943, la ditta Lorenzini di Tonelli Augusto e infine la Società scientifica radio brevetti Ducati.
Ufficio del Genio Civile. All’interno del fondo dell’Ufficio del Genio civile è conservata una busta di materiale fotografico, positivo e negativo, risalente agli anni Trenta e Quaranta del Novecento, che documenta in buona parte i lavori di sistemazione idraulica nella pianura bolognese.
Provveditorato agli studi. Un piccolo ma interessante nucleo di immagini è conservato in una busta del Provveditorato agli studi, relativa allo stato dell’edilizia scolastica, dove si trovano una trentina di stampe, risalenti agli anni Quaranta del Novecento, alcune delle quali ci riproducono interessanti spaccati di vita nelle scuole, come quelle, ad esempio, delle colonie estive (elioterapiche).
Persone pericolose per la sicurezza dello stato. Numericamente consistenti sono infine le fotografie conservate nei fascicoli della serie Persone pericolose per la sicurezza dello stato, che fa parte del fondo della Questura di Bologna. Si tratta per la maggior parte di foto segnaletiche, ma non mancano alcune istantanee, utilizzate per schedare i cosiddetti “sovversivi”, persone sottoposte al controllo della Questura tra il 1872 e il 1983 perché ritenute pericolose per la sicurezza dello Stato: militanti politici, sindacalisti, sobillatori, ma anche persone comuni che avevano pronunciato una parola di troppo in osteria, avvistate in compagnia di qualche sovversivo o che semplicemente conducevano una vita fuori dai canoni del tempo.